
VISTI DA FUORI - Andrea Bazzurro giornalista del Corriere Mercantile
Questa appena conclusa sarà ricordata pur sempre come una favola, forse non a lieto fine come nelle novelle che ci raccontano sui libri fin da bambini, ma pur sempre bella ed esaltante, piena di pathos ed emozioni a non finire. Una favola, quella vissuta dal Ca de Rissi, che ha dato del serio filo da torcere a compagini partite, forse, con maggior blasone. Ma sabato dopo sabato, la bontà della truppa in mano a un allenatore che conosce a mena dito il girone D di Seconda Categoria come Simone Garbarino ha alzato la propria asticella, fino a sognare, a un certo punto della stagione, addirittura il grande salto in Prima Categoria senza passare nemmeno per la baraonda dei play off, con tutti i rischi che essi comportano.
Ebbene, il team biancorossazzurro, nato appena nel 2012 (ogni stagione ha migliorato con la politica, assai saggia, dei piccoli passi), ha concluso con un strabiliante quarto posto la regular season, alle spalle della vincitrice Pontecarrega e della corazzata Mignanego. Un piazzamento di grande prestigio, il migliore di sempre nella breve storia del club della val Bisagno. Con questa posizione, Fregosi e soci hanno ottenuto il pass per partecipare ai play off per tentare il grande salto in Prima, un obiettivo che avrebbe messo un po’ di vertigini solo qualche mese fa. In una gara secca, dove Campanella e company hanno dato davvero tutto, in campo ostile, la banda di Garbarino è uscita a testa alta a dispetto del Mignanego, con l’onore delle armi dal team che forse dispone di una rosa stratosferica, in ogni reparto, con giocatori smaliziati che hanno militato in campionati superiori.
E ora non rimane che tirare le somme di una stagione comunque altamente positiva e restare alla finestra, in attesa di una chiamata dai vertici di via Dino Col, sede della Federcalcio ligure, poiché, con la moria di squadre che caratterizza le ultime estati, ci potrebbe essere la speranza di un ripescaggio. Ipotesi remota, ma in fondo perché non farci un pensierino?
Resta una stagione caratterizzata dalle prodezze in serie di Cirri, un “fenomeno” per tecnica e tattica per la Seconda, le sgroppate di Fuliano, i gol del “cecchino” Barbieri, le paratone di “cavallo pazzo” Massone, uno che non le manda certo a dire, e poi l’eterna classe di “nonno” Silvan Campanella, classe 1973 e non sentirli affatto sulle spalle i 42 anni, la grinta di un Gadau che non ha bisogno di presentazioni, ma sarebbe superfluo elencare tutti i campioni della truppa allestita dal presidente Graffione, uno che ci mette il cuore prima di tutto e tutti. E allora a noi piace esaltare la forza di un gruppo sempre compatto, che non ha bisogno di prime donne, dove primeggia l’armonia e la voglia di portare in alto i colori biancorossazzurri.
ANDREA BAZZURRO
Ogni calciatore, tecnico e dirigente dell’A.s.d. Ca De Rissi partecipante alla stagione sportiva 2014/2015 potrà esprimere la propria preferenze per determinare il: NANO D’ORO
Regolamento:
1) Ogni votante dovrà esprimere 3 nominativi: al primo andranno tre punti, al secondo due, al terzo uno.
2) Possono essere votati tutti i componenti della società: quindi dirigenti, allenatori, giocatori
3) Il voto è personale e va consegnato solo ed esclusivamente al Presidente
4) E’ consentito autovotarsi
5) Il foro competente in caso di contenziosi è: casa del Presidente
6) Per ogni dubbio o necessità rivolgersi al Sig. Claudio.
Quando l’amico Piero Graffione, presidente del Ca de Rissi mi ha detto di scrivere questo pezzo ho cercato di farmi venire in mente le fasi cruciali della nostra ultima partita ed invece poi ho capito che dovevo fare questa premessa che spiega meglio anche il seguito. Sono capitato in questa squadra per caso, ma ho trovato un clima “vero”, quello che si suole definire come una “grande famiglia”. Bel gruppo, ottimo amalgama, un mister in gamba ed il suo collaboratore anche, uniti ad una dirigenza che non è su un piedistallo, ma vicina a tutti noi. Ho cominciato a fare i massaggi, poi a capire i punti deboli di tanti (a volte non solo a livello fisico) ho cercato di risolverli e spesso su quei lettini abbiamo parlato di cose extra-calcio, dei problemi di tutti i giorni ed anche dei miei problemi. Abbiamo condiviso gioie e dolori tutti insieme. Certo, i ragazzi sono così, proprio come in una famiglia: bravi, affidabili, veloci, più propensi all’immediato che al futuro e che spesso non vogliono vedere ciò che c’è dietro l’angolo. E’ così anche nel nostro caso e c’è stata qualche piccola “marachella”, mai grave e sempre ricomposta con una stretta di mano ed un abbraccio. Ecco perché sono rimasto in questa squadra: perché potevo rispettare tutti e mi sentivo rispettato da tutti e sempre parte di questo gruppo. Nel rivivere la partita di sabato scorso sarò obiettivo e non campanilista, anche se è un piccolo sforzo che devo fare perché io ai ragazzi del “Cade” voglio bene davvero.
Ci si gioca tutto in una partita ed anche fuori-casa: la “curva” non ci ha fatto sentire questo peso perché ci sono stati un tifo ed una coreografia degni di un derby di serie A; la prima partita la abbiamo vinta noi sugli spalti. Fischio d’inizio e comincia Mignanego-Ca de Rissi; la posta è altissima: dentro o fuori ed a noi serve solo vincere. In panchina c’è tensione e l’aria si taglia col coltello, ma ci sta perché è un traguardo importante. Pochi minuti e rigore per noi: netto. Dischetto, Luca Barbieri e go.. no! Parata. Ci sta, è un episodio, va bene anche così, dai Luca! Giusto il tempo di sederci ed arriva il grande colpo di testa di Marco Avanzino: traversa. Nooo! Potevamo essere sul due a zero ed invece tutto ancora da fare, ma il Cade non molla e lo spirito è quello giusto perché la squadra ci mette il cuore contro una compagine quadrata e ben messa in campo. Nell’intervallo Alberto Massone commette l’errore di cadere nella provocazione del mister degli avversari: reazione e giusta espulsione. Ed ora? Dentro Minetti ed ancora più cuore. Così è e ce la mettiamo davvero tutta, ma nel calcio c’è anche la regola non scritta del “gol non fatto, gol subito” e così subiamo. Siamo sotto, ancora più cuore, più corsa, più voglia, più grinta. Infatti ecco il pareggio di Luca Fuliano: meritato. Si riparte. Testa bassa, ma non serve e si va ai supplementari con quel pezzo di cuore e polmoni che è rimasto. E’ un assalto, ma prendiamo il classico gol in contropiede e perdiamo due ad uno. Usciamo a testa alta, sconfitti ma con onore e va bene così: forse il sogno di salire ancora una categoria era troppo grande, ma ci abbiamo creduto.
Sicuramente dimenticherò qualcuno e mi scuso in anticipo, ma ringrazio tutti uno per uno:
Il grande Albe Massone: grinta, tuffi, parate, rinvii: poco stile, ma tanta sostanza.
Maratoneta Pippo Rimassa: ricorderò sempre quante volte ti ho visto passare davanti alla panca; mister chilometri!
Il mancino Mimmo Casu: ti manca solo la giusta fede calcistica! Bravo ed hai fatto ottime cose ed un grande miglioramento.
La sicurezza Marco Avanzino: anche senza ginocchia il piazzamento e quella spintarella che non si vede all’attaccante rimangono.
Il pilastro “Oggia”: insuperabile, finale in calando ma quando non ti piaci tiri fuori tutto ciò che hai.
L’insuperabile “Dasse”: piazzamento e sostanza, davvero poche parole e tanto calcio.
Il polmone Marchino Vallebona: tu chiedi e lui fa; il giocatore che tutti i mister vorrebbero avere.
Il regista “Poppi”. Testa alta, fatica, sudore, impegno; un regista a tutto “Cade”.
Il “mister in campo” Gada: gli infortuni non fermano chi sa giocare a testa alta fungendo da allenatore in campo.
Il “mago” Silvan Campanella: voglia, impegno, carica e nervi scoperti; per il Cade ti butteresti nel fuoco.
Roccia “Bicio” Babbilia: pronto quando serve, pensi che entri per fare numero e lui ti sfodera la più bella partita dell’anno.
Il sempre pronto Daniele Marenco: dedizione, impegno e serietà, con queste doti si va lontano.
L’autista (della squadra) Fabrizio “Schiaffo”: riferimento, uno che quando senti dire “è nostra” la fa sua.
Il “Portierone2” Alberto Minetti: pazienza, voglia, plastico, dinamico. Poche urla (a volte poche davvero) e tanta sostanza.
Il grandissimo Diegone: un problema fisico non ti fermerà perché si supera e sappiamo quanto bisogno di Cade hai.
Il bomber Luca Barbieri: corse, grinta, spallate, sportellate; hai fatto tanto sempre, a volte troppo, ma va bene così.
Il grande difensore (della palla) Stefano Cirri: l’infortunio non ferma chi ricordo a braccia larghe difendere la palla dando il tempo di salire alla squadra.
Il giocatore-tifoso Porcella: davvero un uomo-Cade sotto tutti gli aspetti; un sostegno importante.
L’uomo che fa impazzire le difese Simone Verduci: corse, fughe, ripartenze, rientri (un po’ meno) cuore e polmoni; quando vedi la porta sullo sfondo parti comunque.
Il nostro “Apache” Luca Fuliano: ci sono difensori che ancora devono capire qualcosa con te; un valore aggiunto.
Il rossoblu Gabro: modesto, grintoso, efficace dentro e fuori dal campo.
Lo “zio” Nardo: scanzonato, distaccato sembra, ma magari entra e ti fa la magia che non ti aspetti.
La “classe non è acqua” Francesco Coccaro: spinte, urla, dribbling (anche troppi) ma quando glielo stai per dire lui ti tira fuori la giocata giusta.
L’onnipresente e mio compagno di viaggio Fede Scarso: l’esempio vivente della passione per il calcio.
Per ultimo il capitano con un cuore grande così Alessio Fregosi: grande voglia, cuore, gambe sempre sanguinanti, colpi, falli (anche cercati). Il cuore pulsante della squadra.
E' stato un bellissimo campionato dove da matricola abbiamo dato filo da torcere a tuti fino all'ultimo.
Grazie a tutti: ai giocatori, ai mister: siete voi la vittoria più bella
Vamos Cade!
Federico Origo
Una gran bella partita, maschia e coinvolgente tra cambi di fronte continui, rigori, pali, traverse. In questa partita si è visto il cuore ed il carattere del ca de rissi che nelle difficoltà esce sempre fuori. Peccato per la partita ma come ho già detto non cancella un campionato strepitoso da parte della squadra.
Daniele Peschiera
I ragazzi sono stati grandiosi, ho visto una partita eccezionale. Giocare il secondo tempo e i due tempi supplementari in 10 è estato encomiabile. da grande squadra.
Grazie a tutti i 26. Dal primo all'ultimo.
Louis Serravalle
Ci troviamo qua a fare le considerazioni dell'anno trascorso, analizzando la partita che ci avrebbe dato la possibilità di effettuare una finalissima per poter essere promossi in prima categoria.
Proprio per questo vorrei scindere le analisi, una prettamente tecnica, l'altra più emotiva.
Analisi tecnica:
abbiamo fatto tutto noi, nel bene e nel male, durante tutto il campionato ed anche ieri.
Dal mio punto di vista la partita giocata contro la corazzata Mignanego rispecchia, evidenzia ed esprime il cammino fatto durante tutta la stagione.
Da squadra neofita della categoria siamo sempre stati tre le prime tre posizioni, dando ad un certo punto del campionato al Pontecarrega la possibilità (febbraio nero con quattro sconfitte consecutive) di allungare ed andare a vincere in solitaria il campionato.
Abbiamo concesso al Multedo la possibilità di arrivare secondi (facendoci raggiungere al minuto finale nello scontro diretto) perdendo noi un punto e dandone a loro 2 importantissimi che a quel punto della stagione ci avrebbe permesso di mantenere salda la seconda posizione.
E per ultimo non riuscendo a fare punti l'ultima giornata contro il Mele, abbiamo perso la terza posizione e di conseguenza la possibilità di avere a disposizione due risultati su tre proprio contro il Mignanego escludendo il fattore campo dove peraltro i nostri encomiabili tifosi ci hanno fatto sentire a casa.
La partita dicevo ha rispecchiato questo: entriamo in campo con la grinta e la ferocia che ci contraddistingue approcciando la partita così come l'avevamo preparata: squadra corta e offensiva, primi su tutte le palle, concentrati e facendo gioco.
E' evidente a tutti quanta voglia avevamo di vincerla, creando di conseguenza innumerevoli occasioni: rigore sbagliato, occasione a pochi metri dalla porta, traversa colpita e poi... rigore procurato per un ingenuità e 1 a 0 per loro.
Così finisce il primo tempo. E proprio nell’intervallo succede l'impensabile. Proprio li non si parla più di ingenuità o errori tecnici (che peraltro nel calcio ci stanno); ora si parla di una CAZZATA enorme. La squadra rimane in 10 uomini per ben 75 minuti.
Siamo riusciti con tutte le forze che avevamo a raggiungere il pareggio e al 119' abbiamo ancora l'ultima possibilità: punizione tirata magistralmente e portiere impegnato nella parata più difficile a parer mio di tutta la gara. Da occasione mancata a gol subito: in contropiede i nostri avversari chiudono la partita al minuto 120 e li finisce il sogno.
Questo e' il calcio e nella vita si dice chi e' causa dei suoi mali, pianga se stesso.
Analisi emotiva:
ad agosto nessuno avrebbe scommesso un euro sulla nostra squadra mentre altri proclamavano e allestivano squadre molto competitive con la convinzione che il Caderissi potesse al massimo salvarsi.
Noi ci siamo allenati tanto e bene, cambiando metodologia, modificando modulo di gioco, costruendo una squadra che come ho insistito tutto l'anno doveva giocare partita dopo partita pensando che la successiva fosse sempre la più importante e siamo arrivati il 25 di aprile a giocarci qualcosa di veramente importante.
Parto proprio dall' ingresso in campo, che, con uno striscione "PER IL SOGNO" indica la via al campo e alle tribune e li, i nostri tifosi ci incitano con cori che fanno venire i brividi.
Noi ci siamo.
Tutti. Tutti in divisa, tutti si scaldano, la partita e' importantissima voglio tutti concentrati, tutti sul pezzo, so che non mi deluderete dico... appello dell’ arbitro... si entra in campo.
I tifosi in tribuna sfoderano uno striscione enorme "DISTRUGGI IL GIGANTE" e appare l'immagine di Davide contro Golia ...proprio la nostra storia...
Fischio d'inizio.
Non riesco a farmi sentire nonostante le urla perché i tifosi non smettono mai di incitarci con un vero tripudio di cori e fuochi d'artificio. E' bellissimo, è tutto bellissimo.
E' bellissimo anche il ringraziamento a fine partita proprio sotto le tribune da parte di tutti , ragazzi mister e staff a tutti coloro che si sono adoperati per farci sentire anche solo per un giorno, quasi dei professionisti.
Questo e' stato, ed è questo che porterò sempre dentro come qualcosa di prezioso.
Ora che la stagione e' terminata non mi resta che ringraziare:
Tutti i miei giocatori (grazie perché vi siete messi tutti a mia disposizione allenandovi con continuità, molto duramente e sempre)
Tutti quelli che c'erano.
Tutti quelli che avrebbero voluto esserci ma, infortunati non potevano esserci.
Tutti quelli non convocati.
Tutti coloro che in privato mi hanno scritto per scusarsi della prestazione.
Tutta la dirigenza e il direttore sportivo.
Tutto il mio staff in primis Louis (un amico soprattutto).
Spero umilmente di aver contribuito alla crescita di Voi giocatori, della squadra e della società. Voi tutti sicuramente con me ci siete riusciti.
Concludo complimentandomi con Piero Fischi: ecco lui e' riuscito a sconfiggere l'avversario e a vincere la partita.
La partita più importante... sei stato tu il Davide di tutti!
Un abbraccio a tutti
Il Mister